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Nuovo decreto riscaldamento: ecco cosa prevede, quando si parte e quanto si risparmia

Il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas è legge: si accenderanno i caloriferi più tardi e rimarranno accesi per meno giorni e per 1 ora in meno al giorno. Prevista anche la riduzione di 1 grado in casa (da 20 a 19) e nei luoghi pubblici. Esclusi dal provvedimento scuole, ospedali e piscine. Limitazioni che possono permettere di risparmiare in bolletta anche 135 euro all'anno. Ecco cosa prevede nel dettaglio il decreto.

07 ottobre 2022
Riscaldamento nuove regole

Il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale, illustrato dal ministro Cingolani a inizio settembre è diventato legge. Il decreto del MiTE (il ministero della Transizione ecologica) contiene già tutti gli elementi che regoleranno l'accensione e lo spegnimento degli impianti di riscaldamento pubblici e privati, con le relative date divise per zone. Ecco nel dettaglio cosa prevede il decreto, quando si potranno accendere i termosifoni e quale temperatura bisognerà tenere in casa, nei negozi e negli edifici pubblici.

Caloriferi accesi per 15 giorni in meno

Iniziamo col dire che i riscaldamenti rimarranno accesi 15 giorni in meno rispetto agli anni passati. In base alle date stabilite per accensione e spegnimento (che variano come vedremo in base alle zone climatiche), l'accensione sarà posticipata di 8 giorni e lo spegnimento sarà anticipato di 7. Inoltre, ci sarà una stretta anche per quanto riguarda il numero di ore giornaliere in cui sarà possibile tenere acceso il riscaldamento: in pratica un'ora in meno rispetto agli anni passati.

Accensione dei riscaldamenti: partenza ritardata

La normativa che regola orari, durata, zone climatiche e gradi di accensione dei riscaldamenti sul territorio nazionale è il DPR n.74 del 2013. Il decreto in questione stabilisce già, come abbiamo accennato, una diversa regolamentazione in base alla suddivisione del territorio italiano in 6 zone climatiche (dalla A, la più calda, alla F la più fredda). Ogni zona ha quindi differenti date di accensione e spegnimento, orari e durata del periodo di esercizio. Il nuovo decreto va a modificare proprio questi parametri, in ottica di risparmiare energia a livello nazionale. Di seguito riportiamo che cosa prevede il nuovo decreto zona per zona.

  • Zona A: rimarranno accesi dall'8 dicembre al 7 marzo per 5 ore al giorno;
  • Zona B: rimarranno accesi dall'8 dicembre al 23 marzo per 7 ore al giorno;
  • Zona C: rimarranno accesi dal 22 novembre al 23 marzo per 9 ore al giorno;
  • Zona D: rimarranno accesi dal 8 novembre al 31 marzo per 11 ore al giorno;
  • Zona E: rimarranno accesi dal 22 ottobre al 7 aprile per 13 ore al giorno;
  • Zona F: non è prevista alcuna limitazione.

L'ultima parola spetta al Sindaco della propria città che può intervenire modificando la data per motivate condizioni meteorologiche.

Per fare qualche esempio, nella zona A troviamo località come Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle; nella zona B quasi tutti i capoluoghi siciliani, ma anche Reggio Calabria e Crotone; nella zona C ci sono città come Bari, Brindisi, Cagliari, Sassari, Napoli, Benevento e Taranto, ma anche Imperia e Latina; a zona D è quella di molte città del centro tra cui Roma, Firenze, Pescara, Ancona, ma anche Genova, Foggia e Verona; nella zona E ci sono le gradi città del nord come Milano, Torino, Bologna, Aosta, Bolzano, Trento, Trieste e Venezia, ma anche località in quota come Potenza, Enna e L'Aquila; infine nella zona F (la più fredda e per questo senza limitazioni) ci sono Belluno e Cuneo.

Un grado in meno in casa

L'altra grande novità del decreto appena approvato dal MiTE riguarda la temperatura massima che bisogna tenere nelle abitazioni, nei negozi e negli edifici pubblici. Il piano prevede la riduzione di 1 grado rispetto a quanto previsto dal decreto legge al momento in vigore (DPR n.74/2013). In particolare le nuove diposizioni prevedono:

  • 17°C (con una tolleranza di + o - 2°C) per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili;
  • 19°C (con una tolleranza di + o - 2°C) per tutti gli altri edifici.

Questi limiti di temperatura (così come quello delle date di accensione e della durata giornaliera) non interessano edifici come ospedali e case di riposo, ma riguarda tutti gli altri edifici, pubblici e privati, così come i negozi e gli uffici. Anche le abitazioni sono ovviamente tenute a seguire le indicazioni, tanto quelle con riscaldamento centralizzato quanto quelle con riscaldamento autonomo. Per queste ultime, tuttavia, si parla più che altro di una forte raccomandazione, in quanto l'attività di controllo risulterebbe difficoltosa; per i condomini dotati di riscaldamento centralizzato, invece, sarà l'amministratore a dover far rispettare le direttive ministeriali, e i controlli verranno fatti a campione proprio contattando gli amministratori di condominio.

Per impostare termostato, cronotermostato o valvole termostatiche per rispettare il decreto riscaldamento segui i nostri consigli.

Abbassare il riscaldamento fa bene al portafoglio

Al di là dei controlli e delle sanzioni, l'abbassamento di un grado anche nelle abitazioni dovrebbe diventare una buona abitudine perché consente di risparmiare anche in bolletta senza particolari rinunce o disagi. Riscaldare casa oltre i 20 °C nella zona giorno e oltre i 16-18 °C nella zona notte non è affatto necessario. Temperature più alte, oltre a non fare bene alla salute, rappresentano uno spreco di denaro: basta infatti ridurre di un grado la temperatura per risparmiare circa l’8% della spesa sul riscaldamento in bolletta. Se consideriamo un consumo di circa 1.100 metri cubi di gas annuo per il riscaldamento, si tratta in media di 88 metri cubi di gas, che equivalgono a un risparmio di 90 euro all’anno per ogni grado in meno in casa. In totale si risparmierebbero 1,8 miliardi di metri cubi se tutti abbassassero di un grado la temperatura.

Se all'abbassamento di un grado si tiene conto anche dell'ora di riscaldamento in meno e della riduzione dei giorni in cui è possibile tenerlo acceso, si stima per ogni famiglia un risparmio di 133 metri cubi, pari a circa 135 euro in bolletta. Sul piano nazionale parliamo di un risparmio di 550 milioni di metri cubi di gas per l’ora in meno e ulteriori 350 milioni per i giorni in meno sul calendario termico, che sommati a quelli risparmiati per la riduzione di un grado, si risparmierebbero un totale di 2,7 miliardi di metri cubi di gas all’anno.

Escluse scuole, piscine e ospedali

Dalla riduzione di 1 grado e da tutti gli altri provvedimenti del nuovo decreto del MiTE sono esclusi:

  • gli edifici adibiti a ospedali, cliniche o case di cura e assimilabili, compresi quelli adibiti a ricovero o cura di minori o anziani, nonché le strutture protette per l'assistenza e il recupero dei tossico-dipendenti e di altri soggetti affidati a servizi sociali pubblici;
  • le sedi delle rappresentanze diplomatiche e di organizzazioni internazionali, che non si trovino in stabili condominiali;
  • gli edifici adibiti a scuole materne e asili nido;
  • gli edifici adibiti a piscine, saune e simili;
  • gli edifici adibiti ad attività industriali e artigianali, nei casi in cui queste norme impediscano la corretta produzione o il corretto uso dei macchinari.

Nuove regole anche per negozi e uffici

Enea, l'agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, sta preparando un vademecum di raccomandazioni anche per negozi e uffici. Per questi ultimi ad esempio ci sono alcuni consigli di buon senso come l'ottimizzazione dell'uso delle stampanti, l'utilizzo di lampadine Led a basso consumo, la preferenza nell'utilizzo delle scale al posto degli ascensori e l'installazione di sistemi di illuminazione intelligente, quelli che ad esempio si accendono solo al passaggio delle persone e si spengono quando il sensore non rileva più alcuna presenza.

Questa dei sistemi di illuminazione intelligenti e l'utilizzo di lampadine a basso consumo sono consigli contenuti anche nel vademecum che riguarda i negozi. Agli esercizi commerciali si raccomanda anche di tenere spente le insegne durante la notte, così come staccare le prese quando si chiude, tenere chiuse le porte (quindi basta a negozi in pieno inverno con le porte perennemente spalancate) e porre attenzione a come si utilizzano le cosiddette barriere d'aria