Utensili da cucina in plastica nera: ecco perché in Italia non sono contaminati
Un recente studio americano ha creato allarme sulla pericolosità degli utensili neri da cucina per la presenza di sostanze tossiche. In Italia e in Europa per fortuna non è così; questo grazie a regole stringenti stabilite dall'attuale normativa per la produzione di oggetti di plastica riciclata usati per il cibo. Ecco perché possiamo comprarli e utilizzarli senza correre rischi.

Di recente ha destato un po' di preoccupazione la notizia dei risultati di uno studio condotto negli Stati Uniti sull'utilizzo degli utensili da cucina in plastica nera. Lo studio americano ha dimostrato che in molti utensili di questo tipo sono presenti sostanze chimiche pericolose per la salute e che non dovrebbero trovarsi negli utensili che solitamente entrano in contatto con gli alimenti. Come mai queste sostanze chimiche sono finite negli utensili da cucina di colore nero? E soprattutto, in Italia abbiamo lo stesso problema? La risposta è no, perché le regole stabilite dall'Unione europea sono rigorose in materia. Anche Altroconsumo è andata alla ricerca dei ritardanti di fiamma pericolosi in alcuni prodotti e non li ha trovati.
Torna all'inizioCosa dice lo studio americano
Lo studio, pubblicato sulla rivista Chemosphere, ha dimostrato la presenza in molti utensili da cucina in plastica nera (così come in alcuni giocattoli per bambini), dei cosiddetti ritardanti di fiamma, ossia composti chimici che vengono utilizzati nella produzione di molti oggetti di uso domestico (dai mobili ai materassi, dagli elettrodomestici ai dispositivi elettronici) al fine di evitare che prendano fuoco o, nel caso ciò succeda, per rallentare il propagarsi delle fiamme. La presenza di queste sostanze negli utensili da cucina, secondo gli stessi autori dello studio sarebbe dovuto all’utilizzo di plastica riciclata proveniente da apparecchiature elettroniche (che contenevano appunto i ritardanti di fiamma) per la produzione di questi utensili. Tuttavia, è bene specificare fin da subito che gli utesili presi in oggetto dallo studio (così come i giocattoli) sono tutti prodotti presenti sul mercato americano e non destinati all'esportazione.
Torna all'inizioCome ci protegge l'Europa
In Europa, la normativa relativa alla produzione di materiali e oggetti di plastica riciclata da destinare al contatto con gli alimenti è piuttosto stringente. Il Regolamento UE 2022/1616, che definisce le norme per la produzione di questi materiali e oggetti, infatti, si pone come obiettivo primario quello di garantirne la sicurezza d’uso. Esso precisa che questi materiali e oggetti devono rispettare i principi generali validi per tutti i materiali e oggetti destinati al contatto con prodotti alimentari (MOCA), ossia non devono costituire un pericolo per la salute umana, non devono comportare una modifica inaccettabile della composizione degli alimenti o un deterioramento delle loro caratteristiche organolettiche dopo il contatto.
Per raggiungere questi scopi il recente Regolamento prevede che i MOCA in plastica riciclata siano ottenuti attraverso una tecnologia di riciclaggio dei materiali che prevede l’impiego di una tipologia definita di rifiuti, raccolti secondo precise modalità, e che contempla l’utilizzo di una tecnologia di decontaminazione, allo scopo di rimuovere eventuali contaminanti presenti nel materiale raccolto.
- Al momento il Regolamento stabilisce due tecnologie di riciclaggio ritenute idonee e già valutate positivamente dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare: la produzione di PET riciclato meccanicamente e ottenuto da PET raccolto dopo il consumo, che contenga al massimo il 5% di materiale usato a contatto con sostanze non alimentari e la produzione di altre plastiche ottenute da materiali già destinati al contatto alimentare e raccolti all’interno di un circuito chiuso (ossia non presso i consumatori).
- In alternativa è ammessa la produzione di plastica riciclata destinata al contatto con alimenti anche attraverso nuove tecnologie, purché queste siano notificate alle autorità competenti e sottoposte ad una valutazione da parte dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare
In entrambi i casi, la decontaminazione risulta senza dubbio la fase più critica del processo di riciclo: ai fini dell’ottenimento dell’autorizzazione, lo sviluppatore deve, quindi, fornire prove scientifiche che dimostrino che la nuova tecnologia è in grado di realizzare la produzione di materiali e oggetti destinati al contatto con alimenti che non rappresentino un rischio, anche dal punto di vista microbiologico, per la salute dei consumatori e non alterino la composizione degli alimenti, oltre a fornire una caratterizzazione dei contaminanti presenti nella materia plastica di partenza e prova dell’efficacia di decontaminazione al termine del processo.
In questo contesto risulta difficile, quindi, immaginare che residui derivanti da materiale elettrico ed elettronico possano entrare nella plastica riciclata utilizzata per produrre in Europa materiali e oggetti destinati al contatto con alimenti, come ipotizzato nello studio americano.
Torna all'inizioPerché i ritardanti di fiamma sono pericolosi
- I ritardanti di fiamma bromurati (detti anche BFR) sono molto persistenti nell’ambiente, poco degradabili e si accumulano negli organismi viventi, alcuni di essi provocano problemi alla tiroide, alterano lo sviluppo cerebrale dei feti e dei bambini e sono sospettati anche di effetti cancerogeni. Nell’Unione europea l’uso di alcuni BFR è vietato o limitato; tuttavia, a causa della loro persistenza nell’ambiente, tali sostanze chimiche continuano a destare timori per i rischi che rappresentano per la salute pubblica. Infatti, è previsto che l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare aggiorni la sua opinione sui BFR nel corso del 2025.
- I BFR sono stati utilizzati in notevoli quantità fin dagli anni ’70, attualmente molti di essi non sono più prodotti e sono stati eliminati dal mercato; altri sono ancora in uso, sebbene in maniera sempre più regolamentata.
- Il TBBPA, il tetrabromobisfenolo A è un ritardante di fiamma brominato ed è quello trovato più frequentemente dallo studio americano e in Europa, l'ECHA (Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche) stabilisce che non è ammesso nel contatto con cibo perché classificato cancerogeno.
I prodotti testati da Altroconsumo sono sicuri
In diverse occasioni, anche in passato, abbiamo svolto prove di laboratorio per cercare in alcuni prodotti la presenza dei ritardanti di fiamma pricolosi. Finora dai nostri test non è emerso nulla: non ne abbiamo trovati né in alcuni prodotti di cancelleria come le matite, come dimostra il nostro articolo su come scegliere matite grafite, pennarelli e gomme sicure, né nei tappetini per lo yoga (come dimostra il nostro speciale).
Torna all'inizioUtilizzare in modo sicuro gli utensili da cucina
Quando acquistiamo un oggetto o un utensile destinato a venire in contatto con il cibo, controlliamo che in etichetta, sul cartellino o sull’oggetto stesso ci sia il simbolo del bicchiere e della forchetta o la dicitura “per alimenti” a indicarne l’idoneità.
- Verifichiamo se l'utensile da cucina scelto ha delle limitazioni all'impiego: ad esempio, la temperatura massima di impiego o il tipo di alimenti con cui può venire a contatto. Per garantirne la sicurezza d’uso è sempre bene seguire queste indicazioni quando si utilizzano oggetti o utensili da cucina.
- Laviamo l'utensile da cucina appena acquistato, prima di utilizzarlo. Verifichiamo che si possa lavare in lavastoviglie: se non si può, laviamolo a mano per non rischiare che in lavastoviglie le temperature elevate o il detersivo danneggino l'utensile aumentando il rischio di migrazione di sostanze indesiderate negli alimenti quando lo si utilizza.
- Gli oggetti e gli utensili danneggiati vanno sostituiti perché potrebbero causare una maggiore migrazione di sostanze tossiche negli alimenti.